Kathrine è la ragazza della porta accanto, apparentemente timida ed introversa, rivela poi il suo lato più combattente e deciso.
Inizia con un peso ingombrante la sua carriera da poliziotta, sembra che tutti si siano messi d'accordo su una cosa: lei è lì solo per merito della fama dei genitori. Ma è davvero così? Nonostante i chiarimenti da chi di dovere, non sembrano tutti convinti, quindi c'è una sola soluzione: dimostrare le sue capacità.
Quale miglior modo per iniziare se non partire da un caso che tutti i suoi colleghi hanno rifiutato?
Credeva di aver ricevuto un regalo quel giorno, il suo primo caso. Un caso importante: indagare sulla morte di uno scrittore importante. Ma come si sa, purtroppo, più grande è la fama di una persona, maggiore è il numero dei nemici.
Kat, forse sottovalutando la questione, oppure presa dalla voglia di rivincita verso i colleghi, non esita. Accetta.
Inizia così il suo lavoro, il suo primo caso. Tra azioni incerte, scelte impulsive e ripensamenti, scopriremo anche una Katherie guerriera che non si farà schiacciare da niente e da nessuno.
Una ricerca fatta di attese, pazienza e dedizione.
Una storia ricca di tensione e sorprese.
Una trama non banale, perché ogni volta che credevi di aver trovato una soluzione, in realtà capivi che era solo un piccolo frammento del tutto.
Perché non bisogna mai dimenticarsi che ogni decisione, porta con se delle conseguenze. E spesso ci ritroveremo come Kat (metaforicamente parlando) dinanzi ad un bivio, con qualcosa da proteggere e qualcos'altro da dover affrontare. Cosa faremo a quel punto? Chissà, nessuno può dirlo finché non lo vive, ma Antonio Rispoli ci racconta bene in questo romanzo, una storia di rivincita, che diventa la cornice perfetta di un quadro poliziesco.
mercoledì 19 agosto 2020
recensione KATHRINE - Antonio Rispoli
martedì 18 agosto 2020
recensione UN MOMENTO FA, FORSE - Giovanni Ardemagni
Casa Editrice: Pegasus Etidion
In una Zurigo dei giorni nostri, i due amici Marcel e G. a 50 anni, vengono improvvisamente licenziati.
E, come ha scritto l'economista Jacques Ragan nella prefazione, in un mondo nel quale si è anziani a 30 anni, moribondi a 40 e sepolti a 50, non c'è posto per l'empatia e la compassione.
Cosa succede adesso? Tutto crolla, nonostante le più solide mura. Si barcolla, poi si cade... ma ci si rialza? E quanto male fanno le ferite? Sapremo curarcele o avremo bisogno di qualcuno? Sapremo chiedere aiuto?
Giovanni Ardemagni scava a fondo nell'animo umano, lo fa fino a stringere la pancia con una sola mano, lasciando uscire desideri e paure.
Tempo fa lessi su un articolo la frase "se non sei completamente vuoto, non potrà entrarti dentro niente" e mi è rimasta incastrata tra i pensieri per diversi giorni. Quando poi ho finito di leggere "Un momento fa, forse", ho ripreso in mano quella frase e le ho dato un significato diverso, quello che questo libro mi ha aiutato a cucire. Ho pensato che non bisogna essere necessariamente vuoti per far entrare le cose, certo: così sarebbe più facile! Ma basta far spazio, far quel decluttering che va tanto di moda, non con gli oggetti e le cose materiali, ma con i nostri pensieri e le cose più astratte che ci riempiono le giornate.
Basta lasciar spazio alle cose nuove, accantonando le vecchie in uno scatolone, basta riuscire a metterle da parte pur sapendo che non spariranno mai perché faranno sempre parte di noi (un amico come Marcel, ad esempio).
Soprattutto però, dobbiamo imparare a modificare la ricetta della nostra vita, dobbiamo imparare ad aggiungere sempre una giusta dose di follia (abbondante possibilmente): perché quella follia q.b. (come ogni buon ricettario che si rispetti vedrebbe scritto), è colei che ci fa vivere oltre i nostri stupidi e assurdi limiti.
Vi riporto un dato ripreso dal libro, non per farvi spaventare (come potrebbe succedere dopo una prima lettura), ma per lasciarvi una cosa a cui pensare:
è così presa dai propri affari che non guarda ciò che la circonda.
Un esercizio che può sembrale banale, ma credo non lo sia. Un buon proposito per questo giorni, che di tempo ne abbiamo un po' di più. Io credo di averlo appena fatto, prima di scrivere queste parole, che tutto è successo.. un momento fa, forse.
domenica 9 agosto 2020
recensione FIORI DI MANGO - Isabella Schiavone
Casa Editrice: lastarìa
"Abbiamo la sindrome dell'abbandono e siamo inafferrabili.
Abbiamo bisogno d'amore e dall'amore scappiamo, perché lo temiamo."
Credo che riassuma tutto della storia, delle protagoniste, della vita di ognuno.
Credo siano i maggiori enigmi ai quali non riusciremo a dare una risposta oggettiva.
Ammetto che le prime pagine non mi avevano particolarmente coinvolta, è stata una lettura lenta all'inizio, ma poi è iniziato il vero viaggio. Quello in Kenya con le due amiche Stella e Gloria, ma anche quel viaggio interiore che queste mete ti costringono a fare, che tu lo voglia o meno.
E' stato sorprendente poter vedere attraverso le parole dell'autrice, tutti i luoghi descritti, i profumi raccontati, le persone incontrate. Molto bello è stata anche la constatazione che mentre tutti erano affascinati e allo stesso tempo addolorati dalla situazione di povertà di alcune popolazioni, come credo possa succedere alla maggior parte di noi, per Stella era diverso, perché lei aveva capito di essere dentro ciò che accadeva, di esserne parte.
Per una persona che non si sente completa, che ha solo tanti dubbi e poche certezze, essere parte di qualcosa, sentire il senso di appartenenza, vuol dire poter sconvolgere tutto e ricominciare da lì.
Cambia tutto, seppure dall'esterno sembra tutto uguale. Perché non è detto che il cambiamento debba essere evidente, tangibile, riconoscibile.
"Non c'era più il passato e non c'era più il futuro. Quella precarietà esistenziale l'aveva catapultata nel presente."
Dal divorzio dei genitori, ha iniziato a sentirsi esclusa da tutto. Esclusa dalla vita del padre, ma anche da quella della madre. Esclusa dalle sue origini, ma anche dalla sua città. Finché un giorno incontra quello che è il suo attuale marito, abbandona la carriera da avvocato e insegue il loro sogno di creare un locale a Milano. Tutto bene finché, stanchezza, stress e pensieri non si fanno strada nella loro quotidianità e sembra che nonostante lui le ripeta di non poter vivere senza di lei, i fatti dimostrano altro. Perché il contatto è ridotto al minimo, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato riaprire un discorso lasciato sospeso nel vuoto. Un figlio.
Cosa succede quindi? Gloria non lo sa, sa solo di aver bisogno di tornare sui suoi passi, di scavare nelle sue radici per ritrovare se stessa.
sabato 1 agosto 2020
recensione IL TEMPO E' IL BINARIO DI UN TRAM - Federico Riccardo
Casa Editrice: bookabook
Il tempo è quella cosa che regalerei alle persone a me più care, perché credo che non ci sia qualcosa di più bello, proprio come scritte Ellie Michier.
Il tempo è quella cosa che potrebbe somigliare al binario di un tram, come ci racconta Federico Riccardo, perché non è lui che passa, ma siamo noi che lo attraversiamo.
A guidarci abbiamo il cervello ed il cuore, l'esperto e l'impacciato, il razionale e l'impulsivo.
Siamo noi a decidere come fare alternare gli autisti durante la guida, a quale velocità andare, quali tappe fare. Siamo noi a decidere del nostro tempo.
Noi. Noi, come i nove racconti del libro. Noi, come i nove passeggeri che saliranno sul tram. Noi, come i diversi modi di vedere il mondo, di affrontare lo scorrere del tempo.
Si tratta quindi, come avrete già potuto capire, di una raccolta di racconti, di intimi e forti racconti.
Racconti così diversi tra loro, così unici. Racconti di vita vissuta, di aspettative, di speranza. Racconti di pensieri, rivoluzioni interiori, dubbi esistenziali. Racconti di persone che hanno qualcosa da dire, e lo fanno narrandoci la loro vita.
L'insolito modo di affrontare un tema così importante come quello del tempo ha sin da subito catturato la mia attenzione su questo libro. Il mondo in cui poi è stato sviluppato, ha confermato le mie aspettative.
La scrittura di Federico Riccardo è semplice, ricca di dialoghi ed emozioni, per aiutare il lettore ad entrare nella storia e provare ad immedesimarsi in ogni personaggio. Ma l'aiuto non servirà per molto tempo, perché il resto viene da sé, pian piano, nel modo più naturale possibile: leggendo.
recensione LAURA E LA LUPA - Paola Bonfanti
Titolo: Laura e la lupa Autore: Paola Bonfanti Casa Editrice : scatole parlanti Genere: Narrativa Link D'Acquisto: clicca qui Lau...

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