recensione BLAKE, IL DIVENIRE DEGLI DEI - Simone Alessi


Titolo: Blake, il divenire degli dei
Autore: Simone Alessi
Casa Editrice: Vertigo
Genere: Fantasy
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Questo libro fin dalle prime pagine mi ha dato emozioni contrastanti e  andando avanti con la narrazione è continuato questo rapporto amore-odio che me lo ha fatto apprezzare davvero tanto, ma andiamo per gradi.

Innanzitutto parliamo della trama, ci troviamo in un futuro diverso dal nostro e all’inizio del romanzo troviamo Blake come personaggio principale, ci viene descritto come un semplice ragazzo che ama la pittura e che vive in una chiesa. Ha due amici a cui tiene molto, Shaw e Josh, tutti e tre si recano ad una festa e sarà lì che inizierà la fine. Proprio in quel luogo Blake incontrerà Luce che senza tanti preamboli gli dirà di essere una creatura totalmente differente dagli esseri umani e dopo di che cercherà di portarlo con sé. Solo allora interverranno Hecate, Morte e Sam che porteranno via il ragazzo dalle grinfie di Luce. 

Ritroviamo all’interno dell’opera un linguaggio antico, un linguaggio che facilmente potrebbe essere affiancato a figure così potenti. Lo scrittore pur essendo in erba è riuscito a mantenere un tono regale per tutto l’arco della narrazione. Sembrava davvero di essere al cospetto degli Dei. 
Lo stile di scrittura è eccelso, i paesaggi sono dettagliati, ogni singolo fiore ha una propria descrizione che sembra quasi sconvolgere il dettaglio in sé, come se tutto fosse nuovo. 
I personaggi sono ottimamente caratterizzati,  cambiano e si evolvono durante l’arco della narrazione.

Si parla di religione in termini nuovi, come se l’autore volesse mettere in discussione tutte le nostre conoscenze, vi troverete, durante la lettura, a dubitare di quello che credete fosse reale e a domandarvi cosa è falso e cosa invece non lo è. 
Alessi affronta il tema della diversità in modo ricorrente, batte su delle parole che dovremmo conoscere tutti.
C’è un passo all’ interno del romanzo che ho adorato tantissimo:

-E poi se tu vuoi un regno perfetto tu non potresti amarmi o mi sbaglio?
-Dici bene amore mio, due uomini non possono amarsi sarebbe contro natura – preferì confuso.
- Ma tu mi ami giusto? –
- Sì! Ti amo più di quanto gli altri dei possono amarti.
- Ecco la risposta, se il tuo cuore arde di passione per qualcosa, perché dovrebbe essere contro natura se tu stesso sei parte di essa?
- Perché la natura genera vita e la sterlità non è vita…
- Non è una forma a cambiare il mondo, ma la solstanza che hai dentro. Quanto ti amerai per ciò che sei, amerai gli altri per ciò che sono, ricordatelo sempre.


Una delle cose che mi è piaciuta di meno è stato il fatto che si passa da una situazione ad un’altra con un po tanta facilità.
Ci sono un po troppi avvenimenti, la storia si conduce nell’ arco di intere epoche, passando da un secolo all’ altro con la facilità di un battito di mani, e con una narrazione veloce.
La storia mi è piaciuta tanto, per questo credo avrei preferito magari che l'autore avesse diviso il libro in due volumi per potermi concentrare su tutti gli avvenimenti rilevanti e magari far apprezzare di più al lettore tutto ciò che è accaduto. 
Un altro piccolo dettaglio che avrei apprezzato, riguarda il fatto che nel libro si passa da un personaggio all’ altro senza cambiare capoverso o senza mettere un rigo di separazione, e questo mi ha creato confusione più di qualche volta.


Detto questo, ho adorato questo libro, quindi lo consiglio in maniera spassionata: è uno di quei libri che va letto perché ridefinisce i confini del fantasy.
Non è la solita storiella di fate o di vampiri, ma è un viaggio ai confini del mondo per riuscire a salvare quello che gli umani con i loro archetipi malati, hanno distrutto.



- libro letto e recensito dalla mia contributor Erica Prontera



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