lunedì 27 giugno 2022

recensione LA PIANTAGIONE DI CERVELLI - Fabio Carapezza




Titolo: La piantagione di cervelli
Autore: Fabio Carapezza
Casa Editrice: Bookabook
Genere: Distopico
Link D'Acquisto: clicca qui

Che sia 1984 di Orwell l'indiscusso libro cardine della distopia in letteratura, non vi sono dubbi.
Che vi sia un costante paragone ad esso, quando ne leggiamo uno, talvolta è un meccanismo involontario.
E' corretto? Non lo so, ma a me succede molto spesso.

Siamo nel 2119, in una città dove il Grande Occhio che controlla tutto, si è moltiplicato ed è ovunque. I cittadini lo sanno. Il mondo ormai non è più sicuro per loro, perché le radiazioni ionizzanti del sole sono mortali per gli uomini. Solo un luogo è sicuro per loro, solo lì, nella Volta, sotto il controllo del Complessum, potranno sopravvivere.
Ma la domanda viene poi da sé: si è davvero disposti a sopravvivere per sempre? Si è davvero disposti a continuare inermi ad eseguire gli ordini celati dietro indicazioni "necessarie", fino a non rendersi nemmeno conto di farlo? 

Kira, una bimba un po' curiosa, sarà colei che metterà in moto quel meccanismo che sembrava ci si fosse dimenticati di possedere: la curiosità.
Che se per la domanda di cosa sia la guerra rivolta al suo papà, riceve silenzi e niente più, lei risponderà con ancora più interesse sull'argomento.
Ma in realtà, non solo Kira non sa cosa sia la guerra, molti di loro non ne conoscono il significato.
In un posto in cui un database conta i giorni, legge la tua identità e ti assegna una compagna di vita, Darius, un padre disposto a tutto per la figlia, decide di cambiare le cose. Così, con l'aiuto di un medico e di altri uomini, proprio mentre si festeggiano i novant'anni di pace senza conflitti planetari, si ribelleranno. 

Fabio Carapezza sembra aver da sempre masticato parole e scritto pagine, il linguaggio è articolato ma chiaro e i termini coniati, benché nuovi per le nostre orecchie, si legano perfettamente al ritmo incalzante della lettura.
Ottima l'idea di non discostarsi troppo dalla realtà, di restare sempre in bilico sulla sottile linea che separa il vero dal fantascientifico, fino a chiedersi a volta dove finisca uno ed inizia l'altro.
Numerose sono le domande che nascono in modo naturale pagina dopo pagina, ma la più spaventosa per me è stata la consapevolezza che non si è poi così lontani da tutto ciò che è stato raccontato. Che a volte anche noi, come i protagonisti del libro, ci muoviamo in modo automatico senza pensarci o senza dare peso alle cose, e quando succede è come se un pezzo di ognuno andasse perso. Perché quando smetteremo di farci domande, quando smetteremo di cercare e studiare, saremo ad un passo in meno verso tutto ciò che l'autore ci racconta, che poi tanto inverosimile non è.

La piantagione di cervelli è un libro che indubbiamente fa riflettere, ma fa anche prendere consapevolezza di alcune situazioni e circostanze. E' un libro che in ogni pagine vuole farci ricordare che l'amore è "la vera libertà nella vita". E' un libro di quelli che la prima volta leggi tutto d'un fiato perché hai voglia di sapere come va a finire, ma la seconda volta lo accarezzi lentamente per provare a memorizzare quanti più dettagli possibili.

Quindi, se adesso vi state chiedendo come mai all'inizio ho citato Orwell, vi svelo un segreto: questa volta non è successo. Ero così presa dalla trama di questa storia che non ho avuto modo di pensare a nient'altro. Che bella sensazione.



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