domenica 9 agosto 2020

recensione FIORI DI MANGO - Isabella Schiavone

Titolo: Fiori di mango
Autori: Isabella Schiavone
Genere: Narrativa
Casa Editrice: lastarìa
Link D'Acquisto: clicca qui

 "Abbiamo la sindrome dell'abbandono e siamo inafferrabili.
Abbiamo bisogno d'amore e dall'amore scappiamo, perché lo temiamo."

Credo basti leggere questa frase per convincersi a leggere questo libro.
Credo che riassuma tutto della storia, delle protagoniste, della vita di ognuno.
Credo siano i maggiori enigmi ai quali non riusciremo a dare una risposta oggettiva.

Fiori di mango è quel romanzo che ti entra in testa e ti spinge a volerne sapere sempre di più.
Ammetto che le prime pagine non mi avevano particolarmente coinvolta, è stata una lettura lenta all'inizio, ma poi è iniziato il vero viaggio. Quello in Kenya con le due amiche Stella e Gloria, ma anche quel viaggio interiore che queste mete ti costringono a fare, che tu lo voglia o meno. 
E' stato sorprendente poter vedere attraverso le parole dell'autrice, tutti i luoghi descritti, i profumi raccontati, le persone incontrate. Molto bello è stata anche la constatazione che mentre tutti erano affascinati e allo stesso tempo addolorati dalla situazione di povertà di alcune popolazioni, come credo possa succedere alla maggior parte di noi, per Stella era diverso, perché lei aveva capito di essere dentro ciò che accadeva, di esserne parte.
Per una persona che non si sente completa, che ha solo tanti dubbi e poche certezze, essere parte di qualcosa, sentire il senso di appartenenza, vuol dire poter sconvolgere tutto e ricominciare da lì.

Ricominciare dalla consapevolezza che "il mondo aveva confini più vasti della propria ottusa e narcisista sofferenza", che per fortuna la vita va avanti anche se noi ci fermiamo, che condividere è più bello di avere. Da quel momento, Stella cambia. Cambiano i colori con il quale guarda le cose, cambia il modo in cui affronta le giornate, cambiano i suoi desideri e le sue aspettative.
Cambia tutto, seppure dall'esterno sembra tutto uguale. Perché non è detto che il cambiamento debba essere evidente, tangibile, riconoscibile. 
"Non c'era più il passato e non c'era più il futuro. Quella precarietà esistenziale l'aveva catapultata nel presente."

Dall'altra parte invece c'è Gloria, che in quel mondo affonda una parte delle sue radici, quelle paterne. 
Dal divorzio dei genitori, ha iniziato a sentirsi esclusa da tutto. Esclusa dalla vita del padre, ma anche da quella della madre. Esclusa dalle sue origini, ma anche dalla sua città. Finché un giorno incontra quello che è il suo attuale marito, abbandona la carriera da avvocato e insegue il loro sogno di creare un locale a Milano. Tutto bene finché, stanchezza, stress e pensieri non si fanno strada nella loro quotidianità e sembra che nonostante lui le ripeta di non poter vivere senza di lei, i fatti dimostrano altro. Perché il contatto è ridotto al minimo, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato riaprire un discorso lasciato sospeso nel vuoto. Un figlio. 
Quello che per Gloria è il coronamento di un amore, la gioia di voler allargare la famiglia, la loro vita; ma che Emiliano propone di fare con la fecondazione assistita. 
Cosa succede quindi? Gloria non lo sa, sa solo di aver bisogno di tornare sui suoi passi, di scavare nelle sue radici per ritrovare se stessa.

Non serve un mare calmo per accorgersi della tempesta, basta qualche piccola onda e subito si avvertirà l'arrivo di qualcosa. Un paese come il Kenya, la cui parola d'ordine è tranquillità, diverrà il palcoscenico di un attentato terroristico. 

Se gusterete questa storia almeno la metà di quanto Stella ami il mango, son certa che vi piacerà. 




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