Autore: Sunny Valerio
Genere: Romanzo/Thriller
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Quando anche zia Clara verrà a mancare, a Dafne non resta più nessuno, solo una cosa: la Quercia. Quella villa di famiglia che le sembra ancora più cupa adesso, più vuota e silenziosa senza la zia, più grande e dispersiva. Ma cos'aveva di così importante da tramandarla di generazione in generazione? Cos'è che l'ha sempre resa così ipnotica?
Dafne decide di prendersi del tempo, di staccarsi dalla sua quotidianità, di ritornare lì dove tutto ebbe inizio e di cercare di capire.
Non è un caso che la protagonista sia proprio una donna, e se state pensando si tratti di un banale cliché siete sulla strada sbagliata, perché la realtà è solo una: "a tutte le donne che nella loro fragilità trovano sempre forza".
E' a loro che Sunny Valerio dedica il suo libro. Alle donne fragili, indecise, forti.
A quelle donne che corrono verso ciò che più amano, sanno che potranno inciampare e cadere, e spesso succederà. A volte riusciranno al alzarsi e riprendere da dove hanno interrotto, altre volte dovranno prendersi una pausa oppure curarsi le sbucciature. Altre ancora dovranno fare qualche passo indietro per guardare in faccia quella pietra che le ha fatte rotolare sull'asfalto e superarla con fierezza.
Un po' come fa la nostra Dafne nel libro, inconsapevolmente costretta a tornare sui suoi passi (o meglio: su quelli della sua famiglia), per poter guardare quella Quercia dalla giusta prospettica e capire qual è il punto esatto per ammirarne la bellezza.
Una storia senza tempo, nel quale presente e passato si intrecciano perfettamente.
Una storia insolita, nel quale immaginazione e realtà camminano a braccetto.
Una storia angosciante, che racconta di segreti, stalking e violenza con una penna decisa, una mano ferma e una lucidità tangibile.
Ve lo presento così: una grande villa disabitata, una quercia che la protegge da quattrocento anni, una respiro senza volto né corpo.
Che ne pensate? Io lo trovo intrigante già così. Sarà che amo le case antiche, buie, con infinite storie da raccontare; sarà che adoro la metafora della quercia; o sarà che la copertina è strepitosa? Chissà!
In ogni caso, se non siete ancora convinti, avrei due paroline da dirvi.
In ogni caso, se non siete ancora convinti, avrei due paroline da dirvi.
Dopo la morte prematura dei genitori, è la zia Clara a prendersi cura della piccola Dafne, a farle da madre, da padre e da zia. E' lei che la cresce, che la vede fare i primi passi, che la vede andare via da quella casa perché nonostante così enorme, le stava troppo stretta.
Un legame indissolubile, in tutti i sensi. Ma anche un legame particolare, silenzioso, ricco di parole non dette e abbracci negati. Un legame che è tutto e niente, che è luce e ombra, che è caldo e freddo.
Un legame indissolubile, in tutti i sensi. Ma anche un legame particolare, silenzioso, ricco di parole non dette e abbracci negati. Un legame che è tutto e niente, che è luce e ombra, che è caldo e freddo.
Quando anche zia Clara verrà a mancare, a Dafne non resta più nessuno, solo una cosa: la Quercia. Quella villa di famiglia che le sembra ancora più cupa adesso, più vuota e silenziosa senza la zia, più grande e dispersiva. Ma cos'aveva di così importante da tramandarla di generazione in generazione? Cos'è che l'ha sempre resa così ipnotica?
Dafne decide di prendersi del tempo, di staccarsi dalla sua quotidianità, di ritornare lì dove tutto ebbe inizio e di cercare di capire.
Non è un caso che la protagonista sia proprio una donna, e se state pensando si tratti di un banale cliché siete sulla strada sbagliata, perché la realtà è solo una: "a tutte le donne che nella loro fragilità trovano sempre forza".
E' a loro che Sunny Valerio dedica il suo libro. Alle donne fragili, indecise, forti.
A quelle donne che corrono verso ciò che più amano, sanno che potranno inciampare e cadere, e spesso succederà. A volte riusciranno al alzarsi e riprendere da dove hanno interrotto, altre volte dovranno prendersi una pausa oppure curarsi le sbucciature. Altre ancora dovranno fare qualche passo indietro per guardare in faccia quella pietra che le ha fatte rotolare sull'asfalto e superarla con fierezza.
Un po' come fa la nostra Dafne nel libro, inconsapevolmente costretta a tornare sui suoi passi (o meglio: su quelli della sua famiglia), per poter guardare quella Quercia dalla giusta prospettica e capire qual è il punto esatto per ammirarne la bellezza.
Una storia senza tempo, nel quale presente e passato si intrecciano perfettamente.
Una storia insolita, nel quale immaginazione e realtà camminano a braccetto.
Una storia angosciante, che racconta di segreti, stalking e violenza con una penna decisa, una mano ferma e una lucidità tangibile.
La cosa che mi incuriosisce nel 90% dei libri che leggo è pensare come mai l'autore decida di raccontare proprio quel tipo di storia, come mai ha scelto un genere piuttosto che un altro, un tema particolare o un dettaglio fondamentale. Come mai?
Così, la curiosità presente praticamente in ogni pagina di questo libro, mi ha spinto a fare a Sunny Valerio la fatidica domanda:
- Come mai ha scritto proprio questa storia?
- Mi è venuta fuori come un fiume e solo quando ho scritto l'ultima parola dell'ultima pagina mi sono resa conto che forse avevo qualcosa dentro e che adesso è lì, tra le vostre mani.
Così, la curiosità presente praticamente in ogni pagina di questo libro, mi ha spinto a fare a Sunny Valerio la fatidica domanda:
- Come mai ha scritto proprio questa storia?
- Mi è venuta fuori come un fiume e solo quando ho scritto l'ultima parola dell'ultima pagina mi sono resa conto che forse avevo qualcosa dentro e che adesso è lì, tra le vostre mani.
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