martedì 25 febbraio 2020

recensione OSTRICA - Charass


Titolo: Ostrica
Autori: Charass
Genere: Poesie
Link D'Acquisto: clicca qui

Non ricordo di aver mai avuto una difficoltà simile a quella che ho in questo momento per scrivere la recensione di Ostrica, una raccolta di 30 poesie di Charass (nome d'arte dell'autore).
Difficoltà perché il mio pensiero è praticamente diviso in due: da una parte c'è l'ironia che utilizza Charass, che ho tanto apprezzato; dall'altra invece c'è un linguaggio un po' crudo.
Ma mi spiego meglio.

All'interno della stessa poesia, ho adorato alcune parti le quali, leggendole, chiudevo un attimo il libro per riderci su, rifletterci, e talvolta leggerli anche ad alta voce a mia sorella, alla mia coinquilina, o chiunque fosse in stanza con me in quel momento.
Dietro l'ironia, si celano parole provocatorie, messaggi importanti, chiare valutazioni dell'uomo.
Penso che Charass sia stato bravo a far questo, molto.
Vi lascio un pezzetto, in modo da potervi chiarire meglio la mia idea:

"oggi sono uscito senza mutande.

ho fatto qualcosa
di veramente speciale.

e non se n'è accorto nessuno,

i grandi gesti passano inosservati."

L'ho riletta più volte. Ho sorriso. L'ho condivisa con la mia coinquilina. Ha riso anche lei. Ho pensato che Charass fosse stato bravo nel racchiudere in queste semplicissime parole, una cosa che succede spesso oggi giorno, facendoci riflettere grazie ad un uomo che è uscito senza mutande.
Non saprei spiegarvi cosa sia successo, credo che ognuno lo possa interpretare a modo proprio.
Perché è così la poesia vero?! Ogni lettore la vede dal proprio punto di vista, legge tre le righe ciò che egli stesso vuole che ci sia scritto.

D'altra parte però, ho letto anche dei pezzi un po' crudi che, ammetto, all'inizio non mi dispiacevano.
Al contrario, apprezzavo quell'evidente contrasto. A lungo andare però, con alcune poesie in particolare, mi è sembrato di leggervi un eccessivo utilizzo di questo linguaggio. Mi è sembrato (personale umile parere) un po' volgare, anche sessista talvolta.
Eviterei di riportare quelle parti, per non urtare la sensibilità di qualcuno. 

Come potete comprendere quindi, ho pareri completamente differenti su Ostrica.
Non riesco ad unirli e tirarne fuori uno unico, non riesco a trovare un comune multiplo tra i due.
Quindi, se le altre volte, vi consigliavo di leggere un libro per numerosi motivi, oppure vi dicevo che il mio parere era assolutamente negativo, questa volta vi dico:
leggete Ostrica se siete curiosi di scoprire come l'autore riesca a mettere insieme due cose così differenti, se avete voglia di qualcosa sicuramente di diverso (non aspettatevi le solite poesie d'amore che si leggono su internet), se avete voglia di mettervi in gioco, leggendo ed interrogandovi su ogni singola parola (anche quelle che non condividerete). 

Ho parlato tanto con Charass dopo aver terminato la lettura delle sue poesie.
Ci siamo confrontati e fatte domande a vicenda, tutte in una conversazione puramente informale.
C'è una cosa che mi ha detto, che mi ha fatto riflettere più delle altre.
La sua scelta per il titolo. Charass quindi mi ha scritto:
"Così mi sono detto, ormai tutti rendono pubbliche le loro belle serate e i loro bei vestiti. Tutti che pubblicano foto felici, ma nessuno poi parla di quando finisce la festa sono soli al letto e piangono perché la loro vita è vuota. Lo faccio io. E quindi ho deciso di raccontare quello che nessuno racconta, nel bene e nel male. Nessuno racconta di quando il padre gli urla addosso e lo fa piangere? Lo faccio io. Nessuno racconta di quanto siamo soli e pieni di incertezze? Lo faccio io. E per farlo c'è bisogno di un linguaggio forte, altrimenti nessuno se ne accorge. Da qui Ostrica. Perché il linguaggio è duro, crudo, fastidioso a volte (il pesce crudo a molti dà fastidio, fa vomitare) ma dentro ogni poesia c'è una "perla" dove chi vuole intendere intende, la prende e se la porta a casa."


Vorrei terminare però, con una delle mie frasi preferite.
L'ho letta come una parte motivazionale, ma come già detto, ognuno ci metterà del suo.

ma puoi farcela, il trucco
è non impazzire del tutto.
sei destinato, a farcela.
altrimenti
non saresti qui.


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