giovedì 25 ottobre 2018

recensione ROSE DI CARNE - Matteo Fiorino Torchia


Titolo: Rose di carne
Autore: Matteo Fiorino Torchia
Genere: Narrativa
Link D'Acquisto: clicca qui


"Rose di carne" non è un libro, è il libro.
Ha una scrittura complessa e a tratti dispersiva per quanto è descrittiva.
L'autore ha avuto la premura di descrivere ogni minimo particolare, ogni soprannome, ogni avvenimento: il tutto con una rigorosa ed apprezzabile cura nel dettaglio. 
La storia è ambientata in un paese della Calabria, dove la vita di uno dei personaggi è un po' la vita di tutti. E' tipico dei paesi meridionali infatti, vivere in un clima di familiarità, in cui si gioisce e si soffre insieme, lì dove l'unione fa la forza ma anche la distruzione, lì dove il rispetto viene prima della fede e il "moderno" arriva un po' più tardi a volte.
Come ho già accennato, in questo racconto, Matteo Fiorino Torchia porta alla luce la realtà di un piccolo paese, presentando ogni abitante con le sue particolarità.
Le storie di Imma e Nina, due prostitute, si mescoleranno all'arrivo di una Carmen affascinante e misteriosa, che sconvolgerà la piatta quotidianità in cui gli abitanti si son cullati. Carmen dovrà scegliere se lasciare andare un passato doloroso e pieno di mistero per un futuro roseo e promettente; e al suo fianco ci sarà la fedelissima Sandra, mente geniale e donna dalla sensualità e la presenza indiscussa.  
Un piccolo paese, seppur piccolo, non è immune ai segreti e sotterfugi degli abitanti, di chi c'è e di chi è andato via, e prima o poi bisognerà farci i conti. Questo momento arriverà come un fulmine a ciel sereno, ma la solidarietà di quasi tutti porterà ad un finale sorprendete.
E' stata una lettura lunga ma non riuscivo a lasciare questa storia senza conoscerne la fine che è stata assolutamente inaspettata.
Mi ha fatto sorridere, ma anche riflettere su dinamiche popolari che si spacciano per ovvie. 
Nina, col suo essere impacciata, mi ha regalato spensieratezza; Imma, alla continua ricerca di una madre perduta, mi ha lasciato un dolce senso di speranza; Sandra, coraggiosa ed invincibile, è la mia preferita in assoluto; Pepo, con la sua dolcezza timorosa di chi teme il mondo esterno ma ama talmente tanto se stesso che questo amore si riflette negli occhi di chiunque lo conosca; Carmen con il suo fascino e la sua compostezza ha conquistato anche il mio cuore (oltre agli sguardi di ogni esemplare maschio del paese!).
Un romanzo avvincente, assolutamente da leggere senza fermarsi alla prima impressione, perché ha tanto da regalare!
- libro letto e recensito dalla mia contributor Serafina Lomaisto.



1 commento:

  1. Come non commentare una recensione così azzeccata che non si ferma alla trama superficiale. Da autore del libro mi permetto di fare i complimenti a Serafina e all'idea a cui contribuiscono varie lettrici e lettori per offrire in un blog la finestra al mondo della letteratura, sempre attuale, ma spesso dimenticato e surclassato dai media moderni. Purtroppo siamo in un'epoca in cui tutto si consuma velocemente, dal pasto all'amore. Ho apprezzato il riferimento ai dettagli del romanzo perché sono ciò che mi premono proprio per questo atteggiamento della società rapido e noncurante. Il romanzo è ambientato negli anni '80 catanzaresi e ogni mio lavoro lo è stato e lo sarà, poiché è l'ultimo periodo della nostra esistenza in cui l'importanza di uno sguardo non era di poco conto. Credo che qualsiasi scrittore debba soffermarsi sulla sua storia e su ciò che è attorno a lui o attorno alla sua vita. I dettagli nascono dalla propria esperienza e vivono nella fantasia se sono correlati a un certo emisfero, ed è così che diventano importanti e magici. Coglierli, oggigiorno, non è da tutti, anzi, è quasi una rarità. Ho letto qualche commento di altri lettori che avevano notato questa cura del dettaglio, ma definendola, alcuni, superficiale, immagino perché troppo abituati a consumare velocemente una semplice storia e passare ad altro: lo specchio dei nostri tempi e della nostra società. Le parole, le simmetrie, il lessico, la poesia e il dialogo, la letteratura è totale, la letteratura è immersione in un altro mondo e un'altra epoca. Un certo Alessandro Manzoni ci ha regalato I promessi Sposi, scritto nell'800 e leggibile come se fosse stato scritto ieri proprio perché ha in sé ogni dettaglio della vera letteratura, quella che ci lascia un sapore, una sensazione che va al di là del racconto, più o meno interessante che sia. Parola d'ordine: ricordare. (Rose Di Carne, 2017 di Matteo Fiorino Torchia). Grazie al blog per aver condiviso questa esperienza e sperando che rimanga genuino v'invito a leggere la mia prossima opera nel 2019 (ancora più lunga e ancora più ricca di dettagli per non annoiarvi... ;) ). Un abbraccio. Cu 'u Signuri ve benedica!

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